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Empatia, umanità, sensibilità, senso dell’umorismo, flessibilità e capacità di costruire rapporti condivisi sono valori di base estremamente importanti la cui mancanza può rendere inutile se non nociva la relazione di aiuto.

In questi anni di studio, di sperimentazione sul campo e di approfondimenti esperienziali i modelli che maggiormente hanno ispirato il mio lavoro sono quelli che pongono le proprie radici nella volontà di andare oltre le rigide classificazioni diagnostiche e le sintomatologie ad esse associate in favore di uno sguardo maggiormente umano alla persona nel tentativo di comprenderla profondamente, di darle voce e di esserne complice della libertà e dell’autodeterminazione.

Il punto di partenza è sempre la persona, nel suo contesto, nelle sue relazioni, con la propria storia che non viene vista come un elenco di difficoltà da conteggiare e classificare ma come un individuo nel proprio personale momento di sviluppo.

Qualora siano presenti alcune fragilità, il percorso da intraprendere insieme avrà come obiettivo quello di apportare il maggior grado di sviluppo possibile per ognuno.